lunedì 30 novembre 2009

VIAGGIARE IN INDIA

INIZIAMO DAL RAJASTAN, LA TERRA DEI MARAJAH!
HO FATTO UN BELLISSIMO VIAGGIO IN QUESTA REGIONE DELL'INDIA E POSSO DARE CONSIGLI A CHI DEVE ANDARE OLTRE A PROPORRE UN ITINERARIO DEL RAJASTAN PARTICOLARMENTE BELLO ED AFFASCINANTE!

INTANTO PRIMA DI ENTRARE IN QUESTA SPLENDIDA REGIONE E' OBBLIGATORIO ANDARE AD AGRA E VEDERE IL TAI MAHAL, UNA DELLE PIU' INCREDIBILI OPERE ARCHITETTONICHE DEL MONDO: SEMPLICEMENTE ESILARANTE.
DOPO UNA VISITA A QUESTO COMPLESSO MONUMENTALE SI HA UN APPAGAMENTO PERCHE' SI ENTRA IN UNA DIMENSIONE DELLA MILLENARIA CULTURA INDIANA. MILIONI DI VISITATORI AL GIORNO E IL 60% INDIANI, PERCHE' GLI STESSI INDIANI HANNO PIACERE DI GODERSI QUESTA LORO MERAVIGLIA.
QUESTO IMMENSO POPOLO CHE VIAGGIA E SI SPOSTA, SIA PER MOTIVI RELIGIOSI CHE PER MOTIVI CULTURALI, RELIGIOSI PERCHE' IN INDIA SI VA A MORIRE VICINO UN FIUME, E QUINDI NEL CORSO DELLA VITA CI SI SPOSTA VERSO IL GANGE.
CULTURALE PERCHE' C'E' UNA GRANDE CONSAPEVOLEZZA DELLE PROPRIE OPERE MONUMENTALI ED ARTISTICHE E UNA GRANDE CURIOSITA' DI VEDERLE.
QUESTA CURIOSITA' E QUESTO MOVIMENTO E' SICURAMENTE UNA BELLA COSA.
GLI INDIANI SONO FRUITORI DELLA LORO STESSA ARTE.

DA DOMANI INIZIEREMO IL VIAGGIO NEL RAJASTAN, DOPO AVERE ASSAPORATO LE BELLEZZE DEL TAJ MAHAL.

domenica 29 novembre 2009

OGGI UN NUOVO FILM: ALMODOVAR - GLI ABBRACCI SPEZZATI.
Per certi versi un triller, fino alla fine il colpo di scena, in parte annunciato.
Poi un'introspezione dei personaggi: Judith una stronza, infatti è sempre triste, un surrugato dei suoi segreti e mancanza di solarità. Non dice al padre che il ragazzo è suo figlio, enon dice al figlio chi è suo padre, per ben 17 anni!

Penelope Cruz, brava come sempre, interpreta un'arrivista, prima sta con l'imprenditore "ricco" da segretaria a convivente, poi con il regista di grido, forse il secondo lo ama, ma è l'amore per il potente e per il famoso.

Gli uomini: il regista - scrittore, con doppio nome, è in fondo un romanticone, vive fino in fondo questa storia d'amore rimettendoci anche la sua stessa vista.

La droga - sintomo dei tempi - dilaga.

E' un pò lento, qualcosa si poteva sfoltire, la amno di regia è stupenda: primi piani che sfocano tutto il resto, chiusura e riapertura delle scene, bella la musica, i paesaggi di Lanzarote sono bellissimi.

Preferisco altri film di Almodivar, ma è una storia carina, se solo fosse stata più breve, poteva essere più gradevole.

PARLIAMONE

INIZIO CON IL CINEMA, ARGOMENTO CHE AMO!

Il film mi è piaciuto molto, l'ho visto ieri sera e si chiama LA PRIMA LINEA.
Per me erano "compagni" che sono passati alla lotta armata. Infatti eravamo tutti "in guerra", c'era una tensione ideale incredibile, persavamo di cambiare il mondo, poi qualcuno ha intrapreso questa azione deviata della lotta armata. Ma per onestà intellettuale devo dire che ci credevano fino in fondo, pensavano anche loro che anche in questo modo avrebbero cambiato il mondo. Io ho vissuto il 75/77 come anni in cui mi sentivo parte fondamentale con le mie idee, il mio tempo, le assemblee, i collettivi, i confronti, le occupazioni, come qualcuno che dava un serio e coscienzioso contributo al cambiamento della storia del nostro paese!
Fuori dal mondo io e assolutamente fuori dal mondo quei regazzi che hanno intrapreso la lotta armata.
Ma il film mi è piaciuto perchè questo ne è parte integrante: Sergio va rendendosi conto che dietro LA PRIMA LIENA non c'è nessuno, lui combatte per qualcuno, anche il padre, operaio, che per primo non lo condivide! CREDERE IN QUAL COSA ERA LO STANDARD DELLA NOSTRA GENERAZIONE: PIENI DI IDEALI E QUESTO MI PIACE ANCORA!
Oggi a questo si è contrapposto il denaro, l'arroganza, l'oppurtunismo, i miti odierni sono deprecabili, come l'assenza di valori e di etica, noi avevamo voglia di cambiare e credeavmo che lo stavamo facendo.
Nel film questa forza, questa convinzione, questo andare fino in fondo c'è e viene ben espresso, L'ASSISSINO DEL GIUDICE ALESSADNRINI - prima di uccidere vuole rivedere la sua famiglia, mentre toglie il padre a un bambino e il compagno a una donna, e di questo piano piano se ne rende conto: il dolore ha il suo aspetto intimo e umano, questo inizia a venire fuori contemporaneamente alla perdita della sua stessa umanità!
Il funerale del giudice visto in televisione è la conferma che sono solo 50 ragazzi sena nessuno dietro, la gente sta dall'altra parte, la violenza e la lotta armata vengono isolate.
E in questo isolamento rimane un amico, la liricità dell'amicizia di Piero che comunque c'è, con la tensione partecipata dell'affetto e della sua incapacità a far cambiare starada a Sergio. Ma il dubbio si è già insinuato, la vita è comunque perduta, dalla altitanza non si torna indietro, alla fine c'è o la morte o il carcere per lavita. E così o quasi è stato. Ma è la nostra storia, è la storia della nostra Repubblica: e questa comprensione deve avvenire. Il film mi è piaciuto perchè tutto questo traspare: la solitudine estrema della latitanza, lo spreco della propria vita, l'assenza di umanità per un futuro migliore.
Il futuro migliore non arriva e quindi la delusione generazionale di tutti coloro che pur credendo di cambiare il mondo, hanno avuto la consapevolezza che nulla è cambiato!

Non so se i figli di coloro che sono stati uccisi dal terrorismo potranno mai perdonare questi ragazzi, ma questi ragazzi hanno pagato, perchè stare 20 anni in carcere è pagare, dedicarsi al volontariato per il resto della propria vita è pagare, perchè traspare una voglia di dover ricompensare qualcuno, un grande senso di colpa.

Al prossimo film