domenica 29 marzo 2020

magiche parole di Jhon Lennon:
La vita è ciò che accade mentre tu stai facendo altri piani

martedì 24 marzo 2020

quando l'epidemia sarà finita

"Quando l'epidemia sarà finita, non è da escludere che ci sarà chi non vorrà tornare alla sua vita precedente.
Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso.
Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volere figli.
Di fare coming out.
Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui.
Ci sarà chi, per la prima volta, si interrogherà sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi.
Sugli amori che non ha osato amare.
Sulla vita che non ha osato vivere.
Uomini e donne si chiederanno perché sprecano l'esistenza in relazioni che provocano loro amarezza.
Ci sarà forse chi, osservando gli effetti distorti della società del benessere, si sentirà nauseato e fulminato dalla banale, ingenua consapevolezza che è terribile che ci sia gente molto ricca e tanta altra molto povera. Che è terribile che in un mondo opulento e sazio non tutti i neonati abbiano le stesse opportunità.
E forse anche i mass media, presenti in modo quasi totale nelle nostre vite e nella nostra epoca, si chiederanno, con onestà, quale ruolo abbiano giocato nel suscitare il generale senso di disgusto che provavamo prima dell'epidemia".
David Grossman, scrittore israeliano

sabato 21 marzo 2020

VIAGGIO IN OMAN

Primo week end di Primavera, e chi dimenticherà mail la Primavera del 2020?, i programmi erano ovviamente tanti.
Invece sono a casa, ma mi fa piacere parlare di un bellissimo viaggio in Oman.
Siamo arrivati e abbiamo visitato NIZWA, con il forte di Hamra, Misfah e il Forte di Bahla, tante cose n un solo giorno.
I forti belli, abbastanza, il mercato nulla di eccezionale, le abitazioni di fango interessanti.
Il giorno dopo abbiamo visitato un WHADI, dove ci siamo fatti il primo bagno e da li ci siamo spostati nel deserto, salendo sulle dune di sabbia rossa.
Campo tendato bello, confortevole con zona "salotto" in pieno deserto, con una grande conca per fare calore. Infatti la temperatura è abbastanza fredda, circa 10 gradi meno che a Muscat.
salotto esterno alla tenda-notta
camino-conca in mezzo al deserto
Il deserto di Wahiba Sands è molto vasto e a differenza del deserto africano ha le piste create dalle carovane che restano indelebili, non c'è mai abbastanza vento da cambiare la conformazione delle sabbie, questo lo rende abbastanza sicuro.
La bellezza, i colori, ovviamente indimenticabili.
Le lenzuola del letto in meraviglioso rasatello di cotone. Tutti i confort m totalmente immersi nella natura.
Dopo questa gita nel deserto rosso dell'OMAN il nostro viaggio continua per SUR, la punta estrema ad EST della penisola arabica, la prima alba
Il mare, la sabbia corallina, i colori di SUR resteranno sempre nel mio cuore.
Per arrivare a SUR si passa da una vastissima zona predesertica con meravigliosi colori della terra e della roccia. Dal viola al bluette, al marrone, infinite sfumature di una bellezza disarmante.
La sabbia di SUR è corallo sbriciolato,come le Maldive, con meno ore di volo dall'Italia e con una storia dietro, la storia del grande OMAN.
Nella turtle beach c'è la riproduzione delle tartarughe, che ho visto di notte, in silenzio, la grande tartaruga che arriva dal mare e scava una grande fossa sulla sabbia dove depositerà le uova.
E poi tante, tantissime tartarughine che escono da altre buche fatte mesi prima e corrono verso il mare.
Per fortuna tutta questa area di riproduzione è assolutamente protetta.
Il mare pieno, zeppo di pesci, ripeto come alle Maldive, nessuna differenza, per cui con una maschera si vedono pesci colorati e belli.
Spiaggia di SUR
Il viaggio prosegue con la capitale, moderna e ordinata città, dove ho visitato la Moschea del Sultano, il Teatro dell'Opera e il suk.
Il Sultano Qabus - che è morto a inizio di quest'anno per un tumore al colon, era un appassionato di musica lirica e ha creato il teatro dell'Opera più grande del Medioriente, Royal Opera House, dove ho ascoltato in tedesco con i sottotitoli in inglese IL FLAUTO MAGICO di Mozart.
Ha governato dal 1970 al 2000, amava i fiori e tutta la città godeva di questi fiori meravigliosi che arrivavano dall'Olanda con regolarità.
Un uomo che sicuramente ha avuto una grande opportunità di godersi la vita, ma anche di creare migliori condizioni di vita agli omaniti.
Si tratta di una dittatura, ovvio, ma da beduini sonopassati ad uno stato di benessere incredibile, e il loro carattere sempre abbastanza disponibile e ben disposto verso gli altri, li ha molto aiutati con il turismo.
La grande Moschea del Sultano Qaboos è un sito magnifico, molto ricco, marmo di Carrara, tappeto enorme unico, senza cuciture per tutto l'interno della Moschea, lampadario Swaroski di grandi dimensioni.
Si entra ovviamente scalzi e in maniera molto ordinata, completamente coperti.

Anche il SUK,ci si diverte a fare shopping, fra le pashamine di cammello e l'odore di incenso, ma tutto molto ordinato, inesistenti furti e scippi.

I WADI 
bellissimi: in mezzo a delle rocce, dopo lunghe e paniramiche camminate, a volte un pò scoscese, si arriva in queste pozze di acqua fresca dove ci si immerge e si può nuotare.
Ne abbiamo girati un pò, più che la descrizione valgono le foto.


WADI SHAB



WADI BANI KHALID

Già fin qui è un bellissimo viaggio, ma la parte più bella sono gli ultimi giorni, prima di tornare in Italia, le ISOLE DIMANYIAT, che io definisco il Paradiso terrestre.
Ci imbarchiamo in uno yacht e andiamo direzione isole. Il capitano un egiziano gentile e sorridente, che ha come obiettivo renderci felici.
Ci accoglie con dei gamberetti di nassa appena pescati, a cui noi uniamo del vino bianco, fatta scorta in aeroporto perchè sappiamo che in OMAN il vino non si può acquistare facilmente.
Bagno al tramonto nella prima isola e cena di fine anno con una superba zuppa di pesce e tanto, tanto altro pesce.Bellissimo cenone di capodanno.
In una baia dove eravamo solo noi.
Abbiamo girato le 7 isole deserte e disabitate, facendo il bagno, andando a nuoto nelle calette, con il ns capitano che con il gommone ci portava limonata e crostata di miele, oppure fragole e cioccolato, ci coccolava.
E abbiamo nuotato accarezzando le tartarughe, vicino a pesci dai mille colori.
Purtroppo questi incantevoli giorni che mi resteranno sempre impressi nel cuore, sono presto finiti.
E sono rientrata in Italia con la certezza che avrei voluto ritornare in OMAN, magari al SUD dove non sono stata.
Il paradiso terrestre è senz'altro in queste isole, affascinanti, nei giorni di estrema serenità vissuti fra sole, mare e cibo.
L'OMAN nel cuore sempre
Sono stata felice in OMAN.











cumu finisci si cunta

Un mio caro amico mi ha chiesto di tradurre in siciliano il mantra apotropaico di questi giorni: Andrà tutto bene.
"Comu finisci si cunta!"
È la giusta dose di fatalismo, ma al contempo di accettazione fiduciosa del futuro, visto come destino, rispetto al quale anche se fosse negativo si contrappone la superiorità del nostro orgoglio, di non dargliela per vinta.
Di irrisione e menefreghismo rispetto al male incombente.
E lo esprimiamo in modo impersonale perché niente a noi siciliani in quanto siciliani ci può toccare davvero. Noi nel nostro insieme siamo immortali. Siamo siciliani e anche se diffidenti gli uni con gli altri e reclusi nel carcere di un insuperabile individualismo, saremo sempre, inevitabilmente, siciliani.
E ci permettiamo il lusso di un'ironia irridente contro il destino malvagio.
Comu finisci si cunta significa che finirà bene: anche perfino se finisse male finirebbe lo stesso bene.
Ci sarebbero sempre i siciliani che potrebbero raccontarlo.
E quindi se si può raccontare significa che noi siciliani comunque non moriamo, comunque sia vinceremo.
Vinceremo e potremo raccontare questa brutta storia. E la racconteremo come tutto il resto: al passato remoto.
Buttandola lontanissimo dietro di noi.
C'è anche un lato comico, autoironico in noi siciliani. Perché il "Comu finisci" viene sempre accompagnato da un sottile sorriso, da uno scrollo di spalle.
Alla maniera del grande umorismo dei nostri fratelli ebrei, capaci di inventarsi barzellette ciniche apparentemente antiebraiche sulla loro storia di persecuzioni, sul nazismo e sui campi di concentramento.
Solo prendendosi in giro dimostrano la superiorità di spirito e il superamento delle sofferenze patite.
Sempre bene non può andare.
Sempre male non può durare.
Allora?
Comu finisci si cunta!

Ma #stiamo tutti a casa# per favore.

venerdì 20 marzo 2020

Ieri ho riportato ciò che ha detto e che ha circolato molto sui social una ragazza italiana. Però facendo una riflessione più approfondita devo dire che in un primo momento ha prevalso l'orgoglio italiano, quindi fa piacere sentire osannato il ns paese, ma non siamo noi, oggi, a essere i degni discendenti di tutti gli artisti, etc.., che lei cita.
Siamo un popolo di mentecatti, persone che continuano a uscire senza rendersi conto che stanno mettendo a rischio tutta la popolazione, persone che per puro egoismo hanno fatto scendere da Milano, zona rossa allora, i figli, creando qui da noi in Sicilia con 32mila persone, un rischio che le nostre strutture sanitarienon possono permettersi.
Se anche fosse positivo un terzo, se ognuno contagia due, il conto finale è presto fatto.
E questi sono i grandi eroi italiani?
Capiamo da che non è così, ahimè, anzi dovremmo vergognarci in questo momento.
Condivido di più il Sindaco di Delia che esordisce su Facebook "ce la faremo", ma ce la faremo come? Se...ed elenca tuttele cose che fanno in questi giorni le persone: farsi venire a casa il parrucchiere, creare palestre nelle case, feste fra condomini.
Insomma quando oggi in Italia muoiono 627 persone come si fa a continuare con questa incoscienza?
Solidarietà ai bresciani, e un augurio che le proiezioni per la Sicilia non si avverino, perchè oggi chi non ha paura di ciò che può succedere qui da noi, nell'isola, è solo incosciente.

martedì 17 marzo 2020

grazie

Grazie caro sig.Macron cara sig.ra Merkel, grazie per averci abbandonato nel momento del bisogno, grazie per averci negato di poter ACQUISTARE da voi semplice mascherine ed altri presidi medici atti a combattere la diffusione del virus.
Le avremmo pagate sapete?!! Siamo italiani, quelli sporchi, chiassosi, indisciplinati, buffi, folcloristici, poveri e talvolta mafiosi....ma siamo anche quelli che vi hanno costruito le strade, le scuole, vi hanno insegnato l'alfabeto che usate, spiegato le leggi, il diritto, l'organizzazione dello stato e la creazione di quello di diritto.
Siamo noi, gli italiani, gli autori delle opere  che riempiono i vostri musei, dei testi che studiate, delle invenzioni che usate, quelli che con enormi spese e sacrifici si trovano a dover conservare  e gestire ben oltre il 70% del patrimonio culturale ed artistico mondiale chiedendovi una cifra irrisoria per il biglietto dei musei e talvolta neppure quella.
Siamo noi, gli italiani, siamo quelli che vi hanno offerto l'arte e la cultura su cui si basa la nostra e la vostra civiltà, la massima espressione di bellezza, armonia, equilibrio che l'essere umano abbia mai raggiunto.
Siamo noi, gli italiani che prima vi abbiamo offerto la civiltà, che poi voi avete abbattuto trascinando il mondo nel medioevo, e poi, una volta risollevati e rinati, abbiamo nuovamente offerto al mondo la civiltà, l'arte, la geografia, l'economia, l'istruzione.
Siamo noi, gli italiani quelli che hanno creato il parmigiano, la mozzarella, il prosciutto, la mortadella, il salame,i ravioli i tortellini, le lasagne il gelato, la pizza etc.etc., quelli che hanno portato in Francia le vigne e che vi hanno insegnato a fare il vino, la grappa  i distillati, quelli che ogni anno combattono cntro i vostri tentativi di scimmiottare i nostri prodotti e copiarne il nome ma anche lo stile e la moda.
Anche a lei sig.Trump e a lei sig. Johnson,grazie per averci prima di tutto isolati invece che aiutati. Le ricordo sig. Trump che se non fosse per un italiano adesso sarebbe nella terra dei suoi avi a fare la fame e non in America a fare il riccone e non avrebbe neppure potuto mangiare patate perchè non le avreste mai avute senza un temerario italiano che ha navigato verso l'ignoto. 
A lei sig.Johnson ricordo che la fortuna della sua nazione si basa su una bandiera che vi abbiamo concesso di issare sulle vostre navi per non essere attaccati dai pirati, la Croce di San Giorgio concessa dalla Repubblica di Genova,  senza quella sareste stati spazzati via dai saraceni. Vi abbiamo insegnato la navigazione e l'avete imparata bene!
A tutti voi, quando telefonate, pensate a Meucci, quando guardate la TV o ascoltate la radio, pensate a Marconi, quando usate l'energia elettrica come non ci fosse un domani, pensate che non avreste potuto farlo se non ci fosse stato Fermi!
Noi italiani abbiamo inventato le banche, le università, la prospettiva, l'architettura, l'ingegneria, l'astrofisica, il calendario, la musica otre alle altre innumerevoli cose.
Erano italiani: Giotto, Colombo, Marco Polo, Leonardo, Michelangelo, Bernini, Tiziano, Raffaello, Brunelleschi, Galileo, Cesare, Ottaviano, Vespasiano, Aurelio, Dante e potrei continuare per ore...
Carissimi miei, nel sentire il nome ITALIA, dovreste scattare in piedi, abbassare la testa ed essere coscienti che l'origine della società occidentale è qui, se vi chiediamo aiuto dovreste correre, perchè se trascinate di nuovo il mondo nel medioevo non so se ce la faremo nuovamente a far rinascere la civiltà.
Se invece non vi interessa, allora compiacetevi di quello che avete, restate ad ammirare qualche tonnellata di ferro imbullonato e quando visitate i vostri musei, per cortesia, saltate le opere degli italiani....finirete la vostra visita molto velocemente, potrete così andare a visitare subito una bella fabbrica di auto, diesel magari, di quelle che non inquinano solo ai  controlli, andate a visitare quelli che per voi sono castelli e per noi banali ville di cui siamo pieni, oppure andate nella capitale dell'azzardo che scimmiotta Venezia, Firenze, Roma, andate pure! Evitate di venire a visitare il paese più bello dl mondo visto che lo avete pugnalato alle spalle, accoglieremo a braccia aperte a chi  nel momento del bisogno ci ha aiutati, apriremo le nostre città uniche al mondo a loro, potranno visitare Venezia, Roma, Firenze, Genova, Napoli, Bologna, Pisa,Lucca, Assisi, Siena, Torino, Palermo, Agrigento, Milano,Cremona, Mantova, Ferrara, la Toscana, il Monferrato,le Dolomiti, le Alpi, la Puglia, la Sardegna, etc.etc.
Avete distrutto la povera Grecia con la vostra finanza, ci avete provato con lItalia ma non ci siete riusciti, ora forse avete scorto l'occasione per assestare il colpo finale, ma nella cecità del vostro egoismo non avete calcolato che il virus non ha frontiere, colpirà tutti, anche voi!
Se ci aveste aiutato ieri nel tentativo di arginare l'epidemia, oggi non dovreste piangere i vostri morti e domani...
Il vostro egoismo ha dato la misura di quanto poco siate!
Grazie

lunedì 16 marzo 2020

La nuova fratellanza di Massimo Recalcati in “la Repubblica” del 14 marzo 2020

I nazisti ci hanno insegnato la libertà, ha scritto una volta Jean Paul Sartre all’indomani della liberazione dell’Europa dal nazifascismo.
Per apprezzare davvero qualcosa come la libertà, bisognerebbe dunque perderla e poi riconquistarla? Ma non sta forse accadendo qualcosa di simile con la tremenda pandemia del coronavirus? La sua spietata lezione smantella in modo altamente traumatico la più banale e condivisa concezione della libertà. La libertà non è, diversamente dalla nostra credenza illusoria, una sorta di “proprietà”, un attributo della nostra individualità, del nostro Ego, non coincide affatto con la volubilità dei nostri capricci. Se così fosse, noi saremmo oggi tutti spogliati della nostra libertà. Vedremmo nelle nostre città deserte la stessa agonia a cui essa è consegnata. Ma se, invece, la diffusione del virus ci obbligasse a modificare il nostro sguardo provando a cogliere tutti i limiti di questa concezione “proprietaria” della libertà? È proprio su questo punto che il Covid-19 insegna qualcosa di tremendamente vero.

Questo virus è una figura sistemica della globalizzazione; non conosce confini, Stati, lingue, sovranità, infetta senza rispetto per ruoli o gerarchie. La sua diffusione è senza frontiere, pandemica appunto. Da qui nasce la necessità di edificare confini e barriere protettive. Non però quelle a cui ci ha abituati il sovranismo identitario, ma come un gesto di solidarietà e di fratellanza. Se i nazisti ci hanno insegnato ad essere liberi sottraendoci la libertà e obbligandoci a riconquistarla, il virus ci insegna invece che la libertà non può essere vissuta senza il senso della solidarietà, che la libertà scissa dalla solidarietà è puro arbitrio. Lo insegna, paradossalmente, consegnandoci alle nostre case, costringendoci a barricarci, a non toccarci, ad isolarci, confinandoci in spazi chiusi. In questo modo ci obbliga a ribaltare la nostra idea superficiale di libertà mostrandoci che essa non è una proprietà dell’Ego, non esclude affatto il vincolo ma lo suppone. La libertà non è una manifestazione del potere dell’Ego, non è liberazione dall’Altro, ma è sempre iscritta in un legame. Non è forse questa la tremendissima lezione del Covid-19? Nessuno si salva da solo; la mia salvezza non dipende solo dai miei atti, ma anche da quelli dell’Altro.

Ma non è forse sempre così? Ci voleva davvero questa lezione traumatica a ricordarcelo? Se i nazisti ci hanno insegnato la libertà privandocene, il coronavirus ci insegna il valore della solidarietà esponendoci all’impotenza inerme della nostra esistenza individuale; nessuno può esistere come un Ego chiuso su se stesso perché la mia libertà senza l’Altro sarebbe vana. Il paradosso è che questo insegnamento avviene proprio attraverso l’atto necessario del nostro ritiro dal mondo e dalle relazioni, del nostro rinchiuderci in casa. Si tratta però di valorizzare la natura altamente civile e profondamente sociale, dunque assolutamente solidale, di questo apparente “isolamento” che, a ben guardare, tale non è. Non solo perché l’Altro è sempre presente anche nella forma della mancanza o dell’assenza, ma perché questa auto-reclusione necessaria è, per chi la compie, un atto di profonda solidarietà e non un semplice ritiro fobico-egoistico dal mondo. In primo piano non è qui tanto il sacrificio della nostra libertà, ma l’esercizio pieno della libertà nella sua forma più alta. Essere liberi nell’assoluta responsabilità che ogni libertà comporta significa infatti non dimenticare mai le conseguenze dei nostri atti. L’atto che non tiene conto delle sue conseguenze è un atto che non contempla la responsabilità, dunque non è un atto profondamente libero.

L’atto radicalmente libero è l’atto che sa assumere responsabilmente tutte le sue conseguenze. In questo caso le conseguenze dei nostri atti investono la nostra vita, quella degli altri e quella del nostro intero Paese. In questo modo il nostro bizzarro isolamento ci mette in rapporto non solo alle persone con le quali lo condividiamo materialmente, ma con altri, altri sconosciuti e fratelli al tempo stesso. La lezione tremendissima del virus ci introduce forzatamente nella porta stretta della fratellanza senza la quale libertà e uguaglianza sarebbero parole monche. In questo strano e surreale isolamento noi stabiliamo una inedita connessione con la vita del fratello sconosciuto e con quella più ampia della polis . In questo modo siamo davvero pienamente sociali, siamo davvero pienamente liberi.


Elenco delle cose che sto imparando in questi giorni:

1. Priorità nella scala dei valori 

2. Ricordarsi di questo quando tutto ciò sarà finito

3. L'importanza della vicinanza delle persone a cui teniamo

4. Non siamo onnipotenti e padroni del nostro destino come credevamo di essere

5. Quante cose abbiamo dato per scontato?

6. In un periodo globale in cui ognuno è un sè con il proprio cellulare, capire che solo dalla solidarietà e il rispetto degli altri ci possiamo salvare: se io ho voglia di uscire e prendere aria e se lo pensano tutti faccio del male, il senso di solidarietà mi impone di stare a casa

7. Chissà se l’ecosistema non si sia ribellato e per avere l'aria pulita ci ha messo in ginocchio

8. La solidarietà sociale passa anche il pagamento delle tasse: è evidente che chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto: se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua.

9.  Ho capito che i confini non esistono e che siamo tutti sulla stessa barca, a dispetto di chi vuole chiudere i porti: il mondo oramai è globale, nel bene e nel male

#iorestoacasa

sabato 14 marzo 2020

come passano le giornate in Italia al tempo del coronavirus #passatempi #iorestoacasa

tanti, troppi whatsapp con vignette, sembra un'isteria cronica
invece sarebbe meglio concentrarsi su di se, quali cose hai sempre rimandatodi fare a casa? Falle
Questo silenzio che viene dalle strade è inabituale, veramente strano, è come se ci invitasse a riflettere, a concentrarci su di noi.
Secondo me costretti a casa insieme si rafforzano i rapporti, perchè si dipende dall'altro, bisogna stare attenti a ciò che che si dice, non c'è la fretta che ci accomagnava prima, possiamo ascoltare, possiamo giocare, possiamo passare del tempo insieme.
Poi ci sono quelli he rifuggono da tutto, che pensano di essere immortali e metteranno a rischio la propria famiglia, bisogna avere tanto rispetto per chi convive con noi.
E poi c'è l'attesa: la prossima settimana avremo il picco, e ci domandiamo: mi salverò?
E poi c'è il video che se non hai paura e ascolti Bach ce la fai e se ascolti il gatto che viene verso di te ti terrorizzi e muori: esperimento fatto sui topi...
Tutti scrivono maniacalmente cazzate, come se fossimo tutti uguali,come se le reazioni che abbiamo non vengono fuori dal nostro background, dalla diversa età, e tutto cambia in base a questo.
Invece questi blocchi vituali: si fa così, non si fa così
Domani mattina vorrei stare con il cellulare spento,magari mi vengono idee che il telefono comprime, del resto se devo stare a casa vorrei impegnare il mio tempo meglio e non a bighellonare con il cellulare in mano.
Leggere
domani vediamo com'è questo nuovo libro che ho scaricato sul kindle
Quando leggo intraprendo un viaggio nella storia del libro,mi immedesimo con i personaggi, entro nella storia, quasi morbosamente devo vedere le evoluzioni fino alla fine, per questo mi piace leggere d'estate,perchè sono completamente libera, però anche adesso...
 

mercoledì 11 marzo 2020

stare a casa

chissà quante infinite volte ho desiderato stare a casa piuttosto che andare a lavorare, piuttosto che essere costretta a fare levatacce anche con la febbre, chissà quante volte ho desiderato di andare in pensione per dedicarmi alle cose che mi piace fare e poi inaspettatamente nel giro di pochi giorni eccomi a casa, senza più lavoro, senza neanche avere la possibilità di fare le cose che mi piace fare: viaggiare, non si può, andare al cinema, non si può, andare in palestra per dedicarmi più a me stessa, non si può, leggere, si questo si può.
Ma quanto è difficile cambiare da un giorno all'altro stile di vita, senza sapere per quanto tempo, senza sapere se sarà efficace, anzi avendo poco da fare con il pensiero costante e la domanda persistente: mi ammalerò?
La paura a volte ti attanaglia e ti fa vedere un mondo che non è, ti fa avere percezioni che non sono, sintomi anche, la paura diventa panico, e questa è una parte di me.
Poi c'è l'altra parte che ride e cerca di sdrammatizzare la paura, che pensa che in fondo non è male prendersi un pò di tempo per se stessi e leggere, fare la cyclette senza per questo mettere la sveglia mezz'ora prima, insomma darsi un tempo dilazionato, e questo tempo come sarà? Sarà una lama, è un tempo sprecato se il futuro promette il virus, è un tempo in cui bisognerebbe decidere cose importanti, non lasciare tutto come se non stesse avvenendo nulla, insomma è un tempo difficile da gestire. 
Però si deve fare e troveremo un adattamento, scrivere e leggere saranno gli utili e piacevoli divertimenti, diversivi, ma anche stare un pò coi gattini, magari riuscire ad educarli, chissà? Ma tutto questo tempo quanto tempo sarà? Sarà un tempo che mi farà finire di pensare di avere tutto organizzato e sotto controllo, sarà un tempo in cui riuscirò a far scorrere la vita come viene e per quanto tempo viene, senza fissarla, senza ingabbiarla, così...da sola, senza la mia mente dominatrice, chissà