martedì 23 novembre 2010

Basta scendere in campo!

Ieri la frase più bella che ho sentito nella trasmissione "vieni via con me" è stata:
voglio vivere in uno Stato in cui non si scende in campo per fare politica ma si fa un servizio allo Stato.
Questo concetto del servizio che poi significa fare qualcosa che non implica interessi personali ma interessi pubblici, è la riconquista di etica in politica, e perchè avvenga ormai ci vorranno decenni, e soprattutto ci vorranno decenni per fare interessare la gente a una visione alta della politica e farli tornare alle urne.
Oggi i termini più usati per parlare di politica si riferiscono allo sport e alla guerra, recuperare la parola "servizio" mi sembra quasi "rivoluzionario"




http://www.vieniviaconme.rai.it/dl/portali/site/page/Page-76419cb2-24b9-43ff-9e95-d7985deb6a3a.html

sabato 20 novembre 2010

i valori della destra

E' bello essere italiani, valore della patria da nord a sud
Solidarietà e generosità: dalle forze dell'ordine a chi fa volontariato
I figli degli immigrati saranno italiani, la patria non è più solo la terra dei padri
Istituzioni politiche autorevoli, etica pubblica, stato efficiente ma non invadente
NO burocrazia e clientela
Falcone e Borsellino sono eroi, servitori dello Stato, dovrebbe essere insegnato a scuola
Chi sbaglia paga e chi fa il proprio dovere viene premiato
Uguaglianza dei cittadini, uguaglianza delle opportunità: merito e capacità per selezionare la classe dirigente

Messaggio positivo: quest'Italia c'è già, bisogna farla venire fuori
Valori condivisibili, abile comunicatore, slogan che rimangono impressi

E comunque c'è condivisione fra destra e sinistra su alcune cose:
i figli degli immigrati sono italiani, istruzione per tutti

Basterebbe un governo bipartisan per realizzare queste 2 cose che già rivoluzionerebbero l'Italia.

Critica: come hai potuto credere che Berlusconi potese realizzare una sola di queste cose?


i valori della sinistra

quali sono i valori della sinistra?
Bersani dice: difesa della costituzione,
equiparazione della ricchezza,
mercato che funzioni, ma la salute, la sicurezza e l'istruzione non devono fare parte del mercato,
unità nazionale e di razza: si fa per tutti, flessibilità non vuol dire lavoro precario tutta la vita,
valorizzazione della dignità femminile,
attenzione alla natura,
il bambino figlio di immigrati è italiano,
un uomo nella sofferenza deve essere rispettato per la propira dignità,
laicità,
dovrebbero governare le persone "perbene"
la pace: no odio, no violenza, no tortura, no pena di morte, combattere l'aggressività
prendere la parte del più debole e non quella del più forte

Certo valori che condivido ma mi chiedo:
la difesa della laicità sui problemi di coscienza sono condivisi da tutte le componenti del PD?
Per dare istruzione e diritto alla salute di tutti come si pensa di ristrutturare la scuola, l'università, gli ospedali?
Per l'esubero di personale che non produce la SINISTRA sarebbe d'accordo al licenziamento?
Il merito e la produttività possono essere "conditio sine qua non" per garantirsi il prorpio lavoro?
Il baronato universitario come si sconfigge?
Ecco al di là dei valori vorrei sapere come concretamente Bersani vorrebbe cambiare questa società

Forse la cosa più bella perchè dovrebbe essere dentro di noi è la frase: prendere la parte del più debole e non quella del più forte, questo oggi per i valori che circolano è rivoluzionario!

vedendo vieni via con me ...

Sto ascoltando Vieni via con me - replay Rai Tre - e mi vien da ridere. Fazio e Orlando ... "che la nipote di MUBARAK NON FOSSE LA NIPOTE DI MUBARAK" LE COSE CHE NON AVREMMO MAI PENSATO POTESSERO ACCADERE! 
"CHE GHEDDAFI PIANTASSE LE TENDE A ROMA!"
"CHE UN UOMO CHE VOLEVA METTERE LA BANDIERA ITALIANA NEL CESSO DIVENTA MINISTRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA"
"CHE QUELLI DI SINISTRA TIFASSERO PRIMA PER INDRO MONTANELLI E POI PER FINI"
"CHE LA DC E IL PCI SI UNISSERO E UNITI PERDESSERO TUTTE LE ELEZIONI!"
Ascoltando Cicirinella di De André cantata dal figlio .. BELLISSIMA!
Passiamo a Saviano, voglio infatti capire questa polemica che è sfociata dopo la trasmissione. "Nel mito fondativo delle mafie, regole e disciplina sono fondamentali da comprendere: non sono interessi confusi ma tutto funziona attraverso rituali, dall'affiliazione con il giuramento .." Già questo fa riflettere "fino alla morte si sceglie questa famiglia per sempre "fino alla morte"! Chi può avere certezza di fare un patto per sempre fino alla morte, è la negazione dell'evoluzione, della crescita, del cambiamento, che pure sono valori! Per questo si è disposti a vivere in un bunker, con una filosofia di vita di privazioni e senza affetti: però c'è il potere: ci sono anche i soldi spesi per cose che non si possono godere, però c'è il potere. Il potere vissuto dentro una tana! "La Lombardia è la capitale degli investimenti criminali ...il futuro delle mafie sarà quello di staccarsi da quelle del Sud ... viene eletto un mediatore fra la mafia del Nord e la Lombardia ... l'organizzazione cerca il potere della politica ... a nord interloquisce con la Lega Nord ..." Non mi sembra che il Ministro dell'Interno possa sentirsi così tirato in causa. Mi sembrano cose ovvie che la mafia cerchi il potere, sta caso mai alla Lega non farsi coinvolgere, certo le affermazioni di Miglio sono veramente inquietanti, come si fa a pensare che la mafia si debba costituzionalizzare?
http://www.vieniviaconme.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-a95c8396-60c8-44ec-8b9a-6c0ffe99773f.html

lunedì 25 ottobre 2010

capo di buona speranza; il SUD del mondo

il capo di buona speranza più a Sud che non si può,
affascinante e travolgente

turista o viaggiatore: il dilemma di sempre

Da sempre ho amato viaggiare, sostanzialmente perché sono una persona curiosa, che vuole conoscere “sapori” diversi da quelli della nostra tradizione, che ama capire tradizioni e abitudini lontane dalle nostre, che crede fermamente che viaggiare è ampliare gli orizzonti culturali. Non ho mai pensato che noi siamo migliori di altre popolazioni, e neanche peggiori, ma mi sono infilata dentro le altre culture amandone la diversità, da sempre ho amato leggere i viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento, idealizzati quali “veri” viaggiatori.



Non amo tornare a casa alla fine del viaggio, o del “tour” e per questo ho sempre pensato di essere un viaggiatore piuttosto che un “tourista”, perché come fa dire Paul Bowles a Kit nel “Il tè nel deserto” : il turista pensa sempre di tornare a casa durante il viaggio.
Accettare le culture diverse o paragonare sempre tutto con la nostra cultura?
O ancora: mangiare la pastasciutta e dire che non la sanno cucinare o gustare i deliziosi "brie" di Tunisi?
Certo ora il Kebab lo mangiamo anche in Italia e quindi andare ad Istambul per mangiare il kebab sul ponte di Galata potrebbe non affascinare più!
Ma è comunque un'altra cosa!L’eroe del viaggio di stampo romantico è in effetti inseguito da un’ombra: il turista che ne scimmiotta le gesta, senza nobiltà e senza cultura.



Secondo me la globalizzazione è una brutta bestia che ha rovinato anche il gusto di viaggiare, di assaggiare cibi non conosciuti, di portare souvenir introvabili, di vivere esperienze che - anche se penso che si possano vivere solo nei luoghi originari - abbiamo già costruito tramite i media in un nostro immaginario dovuto anche alla televisione, che ce li fa conoscere e giudicare senza neanche viverli!
E quindi ci arricchiamo di NON VISSUTO, il che rasenta la tragedia, cosa c'è di più bello che VIVERE le cose, assaporarle, guardarle, entrarci dentro?

Da un altro punto di vista interessante è anche capire perché, in una determinata cultura e in un determinato momento storico, una persona che viaggia può apparire eroica o antieroica.

Ho visitato luoghi quali il centro Africa o l’India, ma anche il Guatemala, o Matchu Picchu, che sono per sempre dentro di me, ed avere un’agenzia di viaggi significa poter trasferire queste emozioni, avere il gusto di scegliere cosa meglio far vivere per emozionare gli altri, con la passione e la cura del dettaglio che ho sempre messo nel mio lavoro da sempre, che è organizzare congressi.

 

domenica 12 settembre 2010

ogni tanto si perde il proprio centro

ogni tanto si perde il proprio centro, che significa? noi tutti abbiamo un centro, qualcosa che ci fa stare solidi, che ci tiene fissi, ancorati, e poi ogni tanto questo si spezza, allora ci si confonde, ci si sente fuori dal mondo, incompresi da tutti, "sbarellati" e bisogno assolutamente bisogna trovare e circondarti di persone che ti sostengono e ti fanno ritrovare il tuoi ancoraggio.
Io oggi ho perso il mio centro, sono arrivata a un punto di non ritorno, non ho più avuto voglia di salvare le apparenze, di mediare, BASTA!!!!!!
E le conseguenze? Si ci saranno, ma chi se ne frega!
Non si può sempre mediare pensando che così si mantiene una situazione stabile, oramai la stabilità è andata, oramai c'è solo la confusione, oramai non si può trattenere quello che non c'è più.
E allora tanto vale lasciarlo andare, e sentirsi liberi, quella sensazione di fluidità, di instabilità, che certamente attanaglia, fa paura, ma tant'è! La solitudine si dimostra in modi diversi, la solitudine è la mancanza di dialogo, di qualcosa da dirsi, di qualcosa a cui ancorarsi, io sono sola comunque, quasi atavicamente. E allora basta con le finzioni e l'ipocrisia, le persone più importanti della mia vita, quelle a cui avrebbe senso attaccarsi non ci sono più, il vento della morte le ha spazzate, lasciando un grande vuoto e io sono in cerca di un nuovo centro, di un nuovo ancoraggio. Dalle crisi nasce sempre un nuovo inizio e nuova risorsa, ecco spero che dentro di me nasca qualcosa.
Da una crisi esistenziale si deve pur uscire, si deve pur trovare qualcosa, un sostegno, che ti dia un nuovo apporto e un nuovo benessere, me lo auguro! E forse me lo merito.

venerdì 2 luglio 2010

viaggio in canada

La signorie du triton, questo è stato il mio primo impatto con il quebeck.
La natura, lo spazio, il silenzio, questa è la triade che più descrive il Canada, o meglio la regione del Québeck, che poi è l'unica che ho visitato.
Laghi, boschi, passeggiate, silenzio, letture, relax, canoa, ancora boschi, ancora laghi, barbecue nel bosco e trote appena pescate.
Il paradiso, tutto essenziale, forse troppo, ma il silenzio ripaga in termini di relax mentale, ed è importante.
lo spazio infinito fa si che ognuno possa vivere distaccato da altri, senza il sovraffollamanento dei nostri condomini, con le liti e l'insofferenza che ne deriva.
Certo non so se la solitudine, che comunque resta il contrario dell'affollamento, non crei altre patologie, non so penso all'alcolismo o al suicidio.
Infatti queste case tutte uguali nelle strade un pò fuori dagli agglomerati urbani, incutono una certa tristezza, fanno pensare alla totale e completa solitudine.
Mentre sicuramente una vacanza rilassa, allontana dallo stress, rimette in sesto.
A me è piaciuta molta questa full immersion nella natura.

domenica 2 maggio 2010

oscar farinetti _ il mercante di utopie

sto leggendo il libro "Il mercante di utopie" ovvero la storia di Oscar Farinetti.
http://www.wuz.it/intervista-libro/2642/oscar-farinetti-eataly-mercante-utopie.html

Fino ad adesso ho letto tutta la sua vita, la sua infanzia, la sua crescita personale e professionale, le avventure di Unieuro, Trony e UniEuro.
Poi la vendita di tutto e adesso sta per iniziare l'avventura di  EATALY.
La cosa che mi affascina in questo libro è un'avventura imprenditoriale di un uomo leale, questa lealtà di impresa dove puoi anche essere squalo se il mercato lo impone, ma in fondo sei un uomo onesto ed è proprio  quello che mi piace e in cui io mi riconosco.
Infatti non lasciare intentati i rapporti umani, non lasciare da parte il gusto della vita, la curiosità verso le persone, l'amicizia e quindi non vivere per il denaro, anche se lo si fa, ma non se ne è schiavi. Ecco questo aspetto della sua vita mi piace, mi sembra una sana imprenditoria, di un uomo che sa rischiare, che escogita metodi per arrivare.
E si differenzia tanto, tantissimo, da quella imprenditoria che per arrivare corrompe i politici, si fa fare le leggi ad hoc, insomma non porta da nessuna parte, non fa crescere il paese, non da nessun valore aggiunto al lavoro e alla gente che lavora attorno.
Credo fermamente che se tutti in Italia si lavorasse così, la crisi sarebbe già alle spalle: bisognerebbe rimboccarsi le maniche, ideare, fare, rischiare, andare avanti, metterci se stessi, scommetterci! Questi sono i valori per uscire da questo "empasse" dove ci siamo cacciati!

La seconda puntata quando avrò letto anche l'avventura di Eataly.


sabato 1 maggio 2010

la singletudine

La "singletudine" è una classica condizione femminile sia delle donne "maritate" che realmente "single".
Infatti un desiderio classicamente femminile è la comunicazione profonda, entrare nel merito dei problemi, sviscerarli e parlarne, condividendone emozioni, sensazioni.
Le donne single hanno questa sfera soddisfatta dalle loro amicizie femminili, dalla loro sfera affettiva sostitutiva della "famiglia" intesa classicamente.
Per le donne con una famiglia da portare avanti è più difficile avere questa sfera soddisfatta, perchè hanno meno tempo da dedicare alle amicizie femminili e quindi sono più immerse nella routine che la famiglia impone.
I mariti non sono certamente le persone adatte a parlare in profondità, normalmente il genere maschile ha meno l'esigenza di analizzare i problemi e quindi è più chiuso.
E allora le donne oggi soffrono questa mancanza di dialogo, che negli anni passati veniva intesa come sorellanza, e comunque il dialogo ha sempre portato ai cambiamenti, infatti gli anni passati il grande confronto fra le donne ha portato cambiamenti epocali nella divisione dei ruoli uomo/donna, con le conquiste indiscutibili nell'ambito dei diritti civili.
E allora "parliamone", cerchiamo altri ambiti di dialogo, internet, i social network, altri ambiti che possono aiutare al confronto dei nostri problemi: personali, familiari, lavorativi, sociali.

sabato 10 aprile 2010

riuscire a dire addio

Volevo fare una riflessione sul distacco: riuscire a dire addio e farlo consapevolmente. Quando un nostro familiare non c'è più si è presi dallo sgomento del distacco, una forma di tristezza, di incapacità nostra a fermare il tempo, a dire addio con semplicità... Dire addio consapevolmente significa fare una riflessione globale sul significato della vita e della morte, significa dover prendere atto che l'unica cosa certa che abbiamo è la fine della nostra vita, e questo è il destino di tutti segnato fin dalla nascita. Per andare dove, per continuare come, tutto questo non lo sappiamo, o quanto meno chi crede nell'al di là ha una sua precisa visione, chi crede nella metempsicosi ne ha un'altra, ma assolutamente nessuno di noi ha la certezza di come finirà la nostra esistenza. Però viviamo, anzi ci ostiniamo a vivere come se fossimo eterni: non sarebbe meglio fermarci un momento e riflettere che rimandare le cose che ci interessano di più forse non ha molto senso, posto che non siamo eterni, cogliere il significato profondo dell'esistenza ci aiuterebbe anche a saper dir addio e vivere da mortali, quali siamo. Invece litighiamo, cerchiamo fama, ricchezza, eternità, in fondo se ci pensiamo la nostra vita è un'eterna battaglia a lasciare segni indelebili di noi, e i figli sono l'apoteosi di tutto questo, affinchè almeno il nostro nome, ma anche il nostro cognome, la nostra casa, insomma un ricordo di noi non sparisca. Foto, filmati, acquisti continui, appunto viviamo come se fossimo eterni, invece in un solo momento finiamo di esistere e chi resta si stupisce sempre, come se di ciò non si avesse cosapevolezza.

domenica 28 febbraio 2010

Invictus: avvincente film di Eastwood

Un film avvincente: le partire di basket ti tengono con il fiato sospeso, il South Africa che vince i mondiali del 1995 con il capitano "motivato" da Nelson Mandela.
L'unificazione del paese è passata anche dallo sport per creare emozioni condivise fra i sostenitori dell' apartheid e i neri.
La squadra di basket Springbok è una squadra per cui gli africani non tifavano perchè era una squadra che si identificava con i bianchi, i neri avrebbero voluto anche cambiare il nome, ma da vero leader - Mandela - è un uomo che non divide ma unifica e unificando continua a far rivivere ai bianchi la passione per la propria squadra, ma riesce a motivare il capitano e a farne la squadra del paese. Con uno slogan ONE TEAM ONE COUNTRY porta la squadra nei sobborghi di Città del Capo e fa appassionare a questo sport i ragazzi neri che vivono nelle bidon ville.
Quando è la squadra nazionale e tale viene sentita, a questo punto i giocatori sentono che impegnarsi e vincere non è solo per loro ma per i 42 milioni di south africani che li sostengono.
L'unità e lo spirito di nazione passa anche dallo sport, dal competere insieme - come nazione - contro le altre squadre nazionali, fino alla avvincente partita finale vinta durante i mondiali del 1995.
Le riflessioni sono tante: il vero leader unisce e non divide, MA QUESTO L'ABBIAMO DETTO, MA è UN MESSAGGIO FORTE, E PER QUESTO VA RIPETUTO, è UN MESSAGGIO ANCHE CONTRO I SUOI PRIMI ELETTORI, CHE VORREBBERO UNA VENDETTA!
Ma l'intellegenza politica di Mandela fa si che applica il perdono come grande forza, perdona i suoi avversari di sempre, perchè crede nel grande progetto del SOUTH AFRICA unito e pacificato, e va avanti con il suo bellissimo motto che ognuno è artefice del suo destino e può esserlo sempre, una speranza che l'ha sostenuto nei 27 anni di prigionia e lo ha fatto diventare Presidente della repubblica SOUTH AFRICANA.

martedì 2 febbraio 2010

vacanze a Cortina d'Ampezzo

Località sciistica e paesino veramente di eccellenza. Grande ospitalità, impianti attrezzati, rifugi ben organizzati, vita mondana e negozi veramente belli.
Cortesia, forse anche di rito, ma cortesia degli Ampezzani.
Ci si sveglia al mattino con un bel cielo terso e queste montagne innevate, le punte rosa baciate dal sole, ogni giorno la temperatura e' già un'0ccupazione, perchè da questa dipenderà l'organizzazione della giornata.
Per chi non scia: passeggiata nel corso, caffè da Lovat, magari nella terrazza coperta vedendo bene le montagne, poi ancora una passeggiatina. Acquisti alla Cooperativa, tappa obbligata per una vacanza a Cortina d'Ampezzo.
La sera almeno una volta il VIP Club oppure cenette gustose negli hotel di Cortina, dove lo standard è comunque abbastanza elevato.
E cosi' giorno dopo giorno, scorre piacevolmente la settimana a Cortina e quando si rientra a casa rimane un piacevole ricordo, di relax ma anche di gioiosità. Del resto anche salendo in quota vedere Cortina è una bellezza: questo paesino innevato con il suo bel campanile imponente nella assolata vallata.

martedì 26 gennaio 2010

Film: La prima cosa bella

Ho visto questo film bellissimo, ma "troppo" strappalacrime ...di Virzì.
Anna, una donna solare, di un'allegria e una vitalità straripante, che viene a galla quando soprattutto lei invecchia ed ha ancora tanta energia. Il marito, il figlio, tutti pensano che sia una donna "leggera" ma non lo è , la sua unica relazione sarà con un avvocato con il consenso della di lui moglie che non può avere figli, e le "comprano" un figlio, in cambio di una casa finalmente "casa" da dare ai suoi primi due figli!
Per il resto anche con i suoi figli lei è sempre allegra, vuole farli crescere in allegria, le vicissitudini della sua vita non lo consentono, e così soprattutto il figlio maschio sarà un depresso, si rovinerà la vita, non vorrà più parlare e vedere sua madre, credendo che sia lei la fonte dei suoi guai.
Poi capirà tardi la sua vitalità e se ne farà un pò trascinare, fino ad un bagno finale, dove il simbolismo dell'acqua che lava tutto, è veramente poetico. Un pò come in India, questa ritualità del dopo funerale, che necessita grandi abluzioni, questo ricongiungimento con l'acqua - primo elemento di vita - che sola può rigenerarci.
Veramente un bel film, complesso, che analizza molto bene stereotipi, comportamenti e sentimenti.
Io ho comunque passato molto tempo a piangere e mi sto chiedendo quali corde ha toccato questo film nella mia vita!

Per saperne di piu: http://trovacinema.repubblica.it/film/la-prima-cosa-bella/385049

martedì 19 gennaio 2010

Metereopatia

Oggi c’è una pioggia costante, una giornata uggiosa, ed io che sono metereopatica soffro un pò… Mi sento grigia come il cielo, questa pioggia mi immalinconisce, e allora sogno il sole, il mare, e associo la solarità alla comunicazione e alla compagnia. Mentre associo la pioggia alla solitudine, al chiudersi dentro se stessi, a pensare e riflettere. Il dentro e il fuori di noi stessi, il dentro è la pioggia e il fuori il sole.
Si dice che la sindrome metereopatica colpisce soprattutto persone stressate, ansiose e stanche. ma sarà vero? Non potrebbe essere che semplicemente il grigiore del cielo si riflette nei nostri occhi, nella nostra mente, nel nostro cuore, creando un uguale “grigiore” umorale? La cura alla meteropatia è una regolare passeggiata all’aria aperta per attivare la produzione di serotonina ed endorfine per riabilitare l’organismo, ormai solito a vivere in ambienti climatizzati.ma passeggiare con la pioggia serve a cosa? Forse solo a inzupparci i piedi, a infreddolirci e a intristirci ancora di più!
Allora meglio un comodo divano, un plaid e un romanzo appassionante, che ci risveglierà la mente dal grigiore del cielo, e ci farà sognare, distrarre, andare verso nuovi orizzonti. Riserviamoci una bella passeggiata per una giornata primaverile dove il tepore ci riscalderà le ossa, la mente e di conseguenza l’umore.

Anche un buon bicchiere di vino rosso ti può scalda il cuore in una giornata uggiosa come oggi, mentre ci si deprime a vedere i vetri pieni di pioggia, dove si sogna il sole, odorare il profumo di un vino rosso, il suo bouquet, ci rimette in pace con il mondo.


sabato 16 gennaio 2010